Leggi il Vangelo della solennità del Corpus Domini (Gv 6,51-58)
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“Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.” (Gv 17,3)
“Vita eterna” non significa la vita che viene dopo la morte, mentre la vita attuale è appunto passeggera e non una vita eterna. “Vita eterna” significa la vita stessa, la vita vera, che può essere vissuta anche nel tempo e che poi non viene più contestata dalla morte fisica. È ciò che interessa: abbracciare già fin d’ora “la vita”, la vita vera, che non può più essere distrutta da niente e da nessuno. (da Gesù di Nazaret – dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI)
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Ma ho ancora una domanda: cos’è questo conoscere Dio Padre e Gesù, questo conoscere che è vita?
Evidentemente non si tratta di conoscere una lezione imparata sui libri. Conoscere una persona è affare di tutta una vita.
Ma c’è di più! Nella Bibbia il verbo conoscere ha sempre un significato molto forte, sinonimo di quella partecipazione reciproca, profonda e irrevocabile che avviene tra due sposi nell’intimità: essi, durante il fidanzamento hanno avvicinato e poi messo insieme sogni, aspirazioni, idee, progetti, forze, mezzi materiali, denaro... infine, con il matrimonio, portano a compimento la loro unione mettendo in comune lo stesso corpo, per essere totalmente l’uno per l’altra.
Ebbene, nell’Eucaristia Gesù ci dona il suo corpo e il suo sangue, si dà a conoscere a noi nel modo più totale, intimo, irrevocabile. “Questo è il mio corpo che è per voi”: così si è consacrato a noi fino in fondo, ha celebrato le sue nozze con l’umanità, perché possiamo vivere di Lui e con Lui, sempre.
A noi ora rispondere con il nostro sì e accoglierlo, conoscere Dio tramite colui che egli ha mandato, Gesù Cristo, per vivere in pienezza, per avere in comune lo stesso suo destino: che niente di noi vada perduto, neanche il nostro debole corpo. Infatti l’amore di Gesù è più forte della morte, e il nostro destino è il suo: la risurrezione.
Beato chi ha fame di questo pane, beato chi ha fame di Gesù: è l’unica fame che non porta al deperimento e alla morte, ma alla vita nel suo gusto più pieno, alla libertà da ogni paura!