Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. (2Cor 4,5-7)

domenica 21 agosto 2011

AMANDO SI IMPARA - rocce di amore con Simon Pietro

Vangelo della XXI Domenica T.O. (Mt 16, 13-20)

Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".
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La gente trova un altro personaggio conosciuto, che assomigli a Gesù, e così cercano un modo per definirlo, per capirci qualcosa di Lui. Ma conoscere non è definire.
Simone non è un genio, è un uomo generoso ma con tante fragilità, uno che a volte parla senza sapere bene cosa sta dicendo… Ma Simone vuol bene a Gesù, e perciò Dio, che è Amore, parla tramite la bocca di Simone, gli rivela ciò che in Gesù non si può conoscere se non amandolo, ciò che in Gesù è unico e inedito.
Gesù non è la reincarnazione o la ri-edizione di un’altra persona del passato. Nessuno di noi lo è. Ognuno è unico, irripetibile, assolutamente inedito. Per questo non si conosce una persona cercando una definizione o un paragone, ma amandola. E ciò che si è conosciuto non si può capitalizzare: se smetti di amare una persona, non la conosci più, perdi anche ciò che di lei avevi conosciuto. Perciò amare è faccenda di tutta una vita, e non può essere altrimenti. Anche se si sbaglia, se si ferisce la persona amata, l’importante è riprendere umilmente ad amarla, non staccarsi da lei. Questo ha fatto Simone, perché Gesù stesso l’ha aiutato a farlo.
Questo fa di Simone “la roccia”, ossia Pietro: non lo spirito da leader, non la sua bravura, non il suo coraggio… ma il suo amore per Gesù, il suo attaccamento amorevole alla persona di Gesù, forte come una roccia. E partendo dall’amore di Pietro, Gesù costruisce la Chiesa, la comunità dei suoi amici, rocce di amore: ci chiama a tenerci insieme con forza e visibilmente, ad aiutarci l’un l’altro a credere, a sperare, ad amare.
Grazie Signore per Pietro, grazie per il Papa che Ti ama e attraversa con noi le sfide del nostro tempo e ci indica non sé stesso, ma Te, perché non ci stanchiamo di amarti, e amandoti cercarti, e cercandoti conoscerti, e conoscendoti amarti. E tutto questo, insieme!