Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. (2Cor 4,5-7)

domenica 2 ottobre 2011

Una meraviglia ai nostri occhi

Vangelo della XXVII Domenica T.O. (Mt 21,33-43)
Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: 
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
***
Siamo venuti a questo mondo piccoli e senza niente. Ci è stato dato tutto: un grembo, un corpo, una famiglia, casa, cibo e vestito, calore e affetto, la parola, la mente, un popolo, l’istruzione, un lavoro… insomma… la vita. La vita è la vigna che il buon Dio ha piantato per noi, e ci ha dato anche tutti i mezzi per coltivarla e portare frutti.
Ma c’è una strana tendenza che l’uomo ha: appropriarsi di ciò che non è suo!
Giunge il Signore, il Figlio di Dio, l’erede e legittimo proprietario della vigna, per partecipare con noi dei frutti, i suoi frutti che noi abbiamo coltivato…

Reazione: “Costui è l’erede… [fuori programma, spavento, confusione, e ora che cosa ci chiederà!]… Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”

Perché Gesù spaventa tanto? Lui, così mite e senza mezzi? Forse perché dice la verità? Sì, la verità, quando è detta, è un’arma che spaventa… perché l’orecchio umano la riconosce subito. Ma Gesù non è solo colui che dice la verità. Lui è il Figlio di Dio, e sì, i suoi avversari sotto sotto lo riconoscono molto bene… Lui è la Verità che disarma tutti i menzogneri e i sotterfugi, che espropria chi si è appropriato di ciò che non è suo, li espropria con una parola, con il diritto di Colui che è l’Erede, il Signore. “Su uccidiamolo! Qui non c’è altro rimedio, uccidiamolo prima che apra bocca! Avremo l’esclusiva sulla gestione della vita e nessuno ci chiederà più nulla”.

Beati invece i poveri in spirito, coloro che non si appropriano di nulla, ma vivono ringraziando e attendendo tutto da Dio. Essi non si spaventeranno all’arrivo del Signore, ma gioiranno, siederanno a mensa con lui, eredi in eterno delle ricchezze della vita… di essi è il Regno dei cieli!

Questo è stato fatto dal Signore. Una meraviglia ai nostri occhi.