Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. (2Cor 4,5-7)

sabato 30 aprile 2011

Lo Spirito Santo per il perdono dei peccati: i racconti della pazienza di Dio

Leggi il Vangelo secondo Giovanni, capitolo 20, versetti 19-31
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Erano chiusi dentro, per paura dei giudei. Avevano abbandonato il Signore per paura, nell’ora della passione, e adesso la paura continua, unita forse al senso di fallimento per la loro infedeltà… Ma Gesù non ha risentimento verso di loro, supera ogni porta chiusa…: “Pace a voi!”
E rilancia a colpi di fiducia: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Sembra incredibile, buon Gesù: questi ti hanno abbandonato, rinnegato, si son comportati da codardi, sanno solo continuare a vivere nella paura… e tu non hai di meglio da scegliere per la missione tua e del Padre???
Abbiamo ascoltato le scorse domeniche i racconti della passione e della morte di Gesù. Poi l’annuncio della risurrezione… Ora ascoltiamo i racconti della pazienza di Gesù: pazienza con cui il Risorto va a cercare a uno a uno i suoi amici che si erano dispersi, le sue amiche in lacrime. Con questa pazienza Gesù insiste a chiedere “perché piangi?” a Maria di Magdala, finchè, chiamata per nome, lei lo riconosce. Con questa pazienza Gesù si affianca ai due amici delusi in cammino verso Emmaus. Con questa pazienza Gesù incontra i suoi nel cenacolo e mangia con loro, per convincerli che non è un fantasma o un’allucinazione. Con questa pazienza Gesù torna una seconda volta, solo per andare incontro a Tommaso che faticava più degli altri. Non c’è riposo per Gesù, non c’è riposo per la gioia del Risorto, non si rassegna a lasciar fuori da questa gioia nessuno dei suoi amici.
Ma non solo. Gesù ha una pazienza creatrice. Ha fiducia in quello che crea con la sua pazienza, e per questo dona ai suoi lo Spirito Santo per una missione: è lo Spirito del perdono, lo Spirito dell’infinita pazienza di Dio. Gli amici di Gesù ricevono lo Spirito Santo per essere in tutto il mondo segno efficace della pazienza di Dio, che crea nuovamente, tramite il perdono e la pace, la vita di chi è caduto, amareggiato o deluso, per non lasciar fuori nessuno dalla gioia della Pasqua, proprio nessuno, a costo di cercare a una a una, mille e mille volte di nuovo, tutte le anime. Una morte di croce consumata con tanto amore non poteva che risorgere come vita piena di pazienza.
(domenica 1 maggio 2011, II di Pasqua)

domenica 24 aprile 2011

Pasqua 2011 - SACRIFICATO SULLA CROCE, PIU’ NON MUORE, E CON I SEGNI DELLA PASSIONE VIVE IMMORTALE

SACRIFICATO SULLA CROCE, PIU’ NON MUORE, E CON I SEGNI DELLA PASSIONE VIVE IMMORTALE (dalla Liturgia)
Gesù risorto ha ancora le piaghe e i segni della passione. La risurrezione non cancella la sofferenza, la trasfigura per sempre. La bellezza del Risorto è questa: non dobbiamo, per mendicare un po’ di felicità, dimenticare la sofferenza, operare rimozioni più o meno conscie dei nostri traumi. Gesù crocifisso e risorto dice: Pace a voi! Dice che nella vita tutto è per la vita. Questa è la nostra salvezza. Dov’è o morte la tua vittoria? Non puoi più tenerci in ostaggio con la paura e con la vergogna.
La sofferenza non è una vergogna da nascondere, da dimenticare, da maledire. E’ bruttissima, sì, soprattutto quando è inevitabile. Ma noi abbiamo un Amico che l’ha presa su di sé ed è andato oltre…ci ha portato oltre. Siamo deboli, percossi dalle avversità, umiliati dai nostri sbagli, feriti dalla sofferenza e dai lutti… Volevamo una risposta ai nostri angoscianti perché, invece abbiamo ricevuto in dono un Amico fedele, una compagnia che ci ha liberato dall’angoscia, non una diplomatica pacca sulla spalla, ma un Buon Pastore che ci ha preso sulle sue spalle.
A tutti, proprio tutti, auguro con affetto una buona Pasqua, l’incontro con Gesù Dio e uomo, ferito, vivente, amante. In Lui è la gioia che non finisce, la luce che non si spegne, l’amore più forte della morte. E noi cristiani, raggiunti dall’annuncio della Risurrezione, non possiamo tacere ciò che abbiamo udito e visto nella nostra stessa vita. Non possiamo tacere, perché, per ogni persona, desideriamo la stessa gioia immortale che è stata data a noi.